Territorio
Le nostre vigne sono in collina e non hanno ostacoli di veduta. In sostanza, la visione del Dolcedorme o del massiccio del Pollino è praticamente completa: da Monte scuro al Pollino, fino a degradare verso il mare Jonio. La sibaritide è la più grande pianura della Calabria: riso, mais, latticini di bufala e tanto altro ne sono stati negli ultimi decenni la caratteristica predominante. In tempi andati, colonizzata permanentemente dai greci, ha generato quel modo di dire “sibarita”, appunto, conosciuto in tutto il mondo: definisce una persona gaudente che non disdegna l’ozio, il cibo, il vino la cultura. Quindi non di gente dedita al vizio, ma di persone che affrontano la vita da diversi punti di vista: essere chiamati sibariti è quindi un complimento.
Nella pianura è possibile vedere dall’alto i fiumi Coscile, affluente, e il Crati che tanti bagni da fanciullo ci ha regalato. Ovunque cammini, inciampi letteralmente in ciottoli di terracotta vecchi di millenni ed è facile trovare piccoli frammenti di vasellame dal colore nero. Chi arriva da queste parti, oltre al cibo e al vino, trova l’occasione per visitare borghi di pregio: Morano, Castrovillari con il suo centro storico; Cosenza a 50 km uno dei più belli centri storici del meridione; Rossano per il codice purpureo e il centro storico; Corigliano per il suo castello ducale e la meravigliosa scala a chiocciola. Insomma, si potrebbero nominare decine e decine di luoghi che suggerirebbero una vacanza completa.
L’azienda vitivinicola si trova a Spezzano Albanese e come si diceva sovrasta con un panorama mozzafiato la sibaritide: escursioni locali da segnalare sono Torre Scribla, che è il logo della nostra azienda; Torre Mordillo, la chiesa di S. Maria di rito greco ortodosso. E’ possibile visitare gli scavi di Sibari dove sono conservate molte delle testimonianze ritrovate; le terme di Spezzano, le grotte di Sant’Angelo; il ponte di Annibale, un’opera di 2.000 anni ancora integra; il parco nazionale del Pollino; i laghi di Sibari opera moderna ma suggestiva; le gole del Raganello: spettacolari e fino a poco tempo fa utilizzate per il rafting. Ad andare verso Cosenza, si passa quasi necessariamente dal borgo normanno di Tarsia, antica famiglia normanna da cui prende il nome il vino “Tharsìas”: girare per questi vicoli almeno per chi ci è vissuto è una esperienza che dire nostalgica è ben poco. Ogni pietra, volta, angolo, ricorda il giorno in cui ci sei passato o dove è successo qualcosa. In questo paese, puoi visitare il museo della fauna locale e soprattutto andare nella pianura a osservare, nei punti di avvistamento turistico, aironi e cicogne; una fauna terrestre invidiabile. La zona di pianura è stata dichiarata “oasi”. Cosenza, con il suo parco della Sila distante circa 30 km, ha un centro storico invidiabile. Il FAI organizza spesso delle giornate per consentire l’ingresso ai palazzi nobiliari abitualmente non aperti al pubblico.